Il settore del temporary management in Italia
Da sempre all’interno delle multinazionali esistono figure manageriali e a volte team interfunzionali che intervengono rapidamente nelle società del Gruppo e nei vari Paesi per risolvere gravi e urgenti problemi gestionali. Si tratta di risorse straordinarie che conoscono le lingue, che hanno una profonda conoscenza della cultura aziendale e padroneggiano perfettamente i diversi aspetti e strumenti della gestione. Di età non giovane, hanno esperienze di direzione generale nelle aziende del Gruppo e hanno acquisito significative competenze multifunzionali. Sono di solito coadiuvati da giovani manager, specializzati in particolari funzioni o processi aziendali.
In un certo senso, le società di temporary management hanno istituzionalizzato queste figure presenti nelle multinazionali offrendo, dapprima alle aziende piccole e poi alle medie e alle grandi, un gruppo di manager capaci di risolvere in un arco temporale definito problemi gravi e complessi.
Negli ultimi anni il panorama del settore si è andato arricchendo. Alle società sin dall’inizio specializzate in temporary management si sono affiancati nuovi attori: società di executive search, società di consulenza di direzione, cooperative di manager, società di ricerca di personale e una schiera di manager free lance.
Tutti questi attori affermano di fare temporary management, anche se così non è. Ciò è dovuto al fatto che il settore sta attraversando la fase di sviluppo del ciclo di vita. Infatti, il mercato del lavoro è in forte cambiamento, l’offerta di manager è elevata, l’interesse delle aziende verso il nuovo servizio è grande e quindi grande è l’euforia degli imprenditori del settore o di altri settori che hanno deciso di entrarci con modalità a volte non ortodosse. Oggi in Italia le matrici di provenienza dei diversi operatori del temporary management sono essenzialmente quattro:
1. Società di temporary management
Nate come naturale evoluzione dell’attività di consulenza di direzione aziendale, sono specializzate negli interventi di gestione temporanea a livello di direzione generale, di direzione di funzione e di project management. La caratteristica distintiva rispetto agli altri operatori è che assumono la responsabilità di risolvere il problema del cliente. I temporary manager non operano da soli, ma con il supporto diretto e continuo della società di temporary management. È la società che ha il rapporto con il cliente, che risponde della qualità del servizio e presenta la soluzione manageriale adatta a risolvere il problema.
2. Società di executive search
Sono specializzate nella ricerca di dirigenti di alto livello, svolta tramite contatti personali, e dispongono di ampie file di dirigenti da inserire a tempo indeterminato nelle aziende. Di solito i loro clienti sono le aziende grandi e medio-grandi, che si rivolgono a loro da anni. È quindi un servizio affermato. Queste società, per lo più a carattere internazionale e che hanno costituito società o divisioni per il temporary management, man mano si sono create anche un file di manager disposti a lavorare a tempo determinato. L’erogazione del servizio non è molto diversa da quella utilizzata per le posizioni a tempo indeterminato. Analizzando il bisogno del cliente e consultando il file, vengono individuati i candidati più vicini alle caratteristiche richieste, viene formata una rosa da presentare al cliente che, a scelta avvenuta, paga un compenso proporzionale alla remunerazione corrisposta al manager. Il collegamento tra l’azienda e il manager temporaneo è quindi diretto, basato su un contratto a tempo determinato o di consulenza o di collaborazione a progetto. Il manager a tempo non ha quindi nessun supporto operativo dalla società di executive search. Al termine del contratto il rapporto si può modificare, se l’azienda e il manager lo desiderano, in un rapporto a tempo indeterminato.
3. Manager free lance
Dopo aver terminato la propria carriera in azienda o dopo esserne usciti, alcuni dirigenti si offrono al mercato, in particolare ad aziende piccole e medie, in qualità di manager a tempo: cioè svolgono la professione di manager temporanei con l’inquadramento tipico del consulente. Tra azienda e manager non esiste alcun filtro, né alcuna intermediazione. Il manager si “vende” in funzione delle proprie capacità e competenze manageriali e della propria flessibilità. Ma soprattutto si “vende” in funzione delle capacità di marketing, cioè di sé stesso. Il processo di selezione e di valutazione dei candidati viene gestito direttamente dalle aziende, le quali, se sono capaci di selezionare, possono trovare valide soluzioni. Il rapporto è di lavoro autonomo: contratto di consulenza oppure di collaborazione a progetto. Se l’azienda è interessata, può trasformare il contratto in lavoro dipendente; se non esiste questa necessità o se il manager preferisce mantenere lo status di professionista, avrà il problema di trovare un’altra opportunità di lavoro. Di solito, durante i loro incarichi in azienda, i manager free lance riservano una parte del proprio tempo alle pubbliche relazioni per tenere rapporti e coltivare contatti con futuri potenziali clienti in modo da ottenere successivi incarichi. Inevitabile invece è il loro isolamento operativo e culturale. La possibilità di farsi aiutare da colleghi o di confrontarsi con loro su quanto si è appreso e su quanto di nuovo si sta sviluppando nel management è nulla.
4. Associazioni
Sono un’interessante modalità di imprenditorialità collettiva per fronteggiare il problema della ricerca di un’opportunità di lavoro per una categoria professionale che in passato non ha mai avuto particolari problemi di collocamento. Queste Associazioni promuovono la conoscenza dello strumento del temporary management. L’eventuale rapporto s’instaura direttamente tra l’impresa e il manager scelto tra gli associati, come nel caso dei manager individuati dagli specialisti dell’executive search. Il cliente stabilisce direttamente la remunerazione con il manager, scelto tra una rosa di due o tre candidati eventualmente segnalati dall’associazione. Nel caso in cui il cliente fosse interessato, al termine del periodo il manager può trasformare il rapporto – che si configura come un rapporto di lavoro autonomo – in un rapporto di lavoro dipendente.
In sintesi
Tutti dicono di fare temporary management ma non è corretto parlare di temporary management per il solo fatto che un manager sia affittato a un’azienda invece di essere assunto. La modalità dell’affitto è sempre esistita nel mondo della consulenza alle aziende (area sistemi informativi, ad esempio). Non è una novità, sebbene la sua intensità sia andata crescendo nel tempo. Una novità è invece il temporary management nella sua accezione classica, perché il temporary manager è una professione con sue specifiche peculiarità: non può essere improvvisato e tanto meno può essere inteso come un ripiego rispetto alla posizione di dirigente a tempo indeterminato. Probabilmente col tempo le diverse modalità operative si andranno affinando e, come è già avvenuto in altri Paesi europei, ne rimarranno due: il temporary management classico con l’assunzione della responsabilità dell’intervento da parte della società specializzata e il body renting, dove la responsabilità dell’intervento è invece del singolo manager.