Sono molti i manager sessantenni che non hanno voglia di fare un passo indietro; che non vogliono infilarsi le pantofole e restare a guardare la TV; che vogliono dare il loro contributo trasferendo conoscenze e aiutando le aziende a risolvere i problemi più complessi e urgenti.
Sono detti “seasoned”, maturi, ma ancora pieni di energia e di contenuti professionali ampi e diversificati.
Non tutti, ovviamente, desiderano rimanere in gioco. Una parte preferisce godersi in santa pace la pensione e dedicarsi ad attività ludiche, culturali o familiari. Ma quali sono i manager sessantenni che possono dare un contributo? Quali caratteristiche li distinguono?
Per citare Robert M. Pirsing, autore del famoso libro Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, sono coloro che sono pieni di “Enthousiasmos”:
“Chi è pieno di Enthousiasmos non se ne sta a rimuginare. È arrivato alla piena consapevolezza di sé e ha ben presente la qualità: così sa cosa lo aspetta e può far fronte a tutto.”
Non è vero che un manager maturo è meno rapido ed efficiente. L’esperienza gli permette di essere più selettivo e intuitivo, più efficace nell’individuare i problemi, le cause, i legami e formulare e perseguire soluzioni. Più rapidamente e compiutamente è in grado di valutare situazioni e persone con le quali si rapporta in modo diretto ed empatico.
Cent’anni fa era difficile trovare un sessantenne senza malanni, oggi la salute inizia a scricchiolare dopo i settanta. I meccanismi di invecchiamento biologico sono cambiati negli ultimi vent’anni.
I sessantenni pieni di “Enthousiasmos” godono innanzitutto di buona salute, sono pienamente responsabili e svolgono sistematicamente attività sportiva; non hanno problemi familiari né problemi finanziari o economici. Sono autonomi e non hanno problemi a lavorare lontano da casa per tutta la settimana.
Questi manager pieni di “Enthousiasmos” hanno ancora voglia di lavorare in maniera intensa e spesso sono instancabili. Hanno ancora tanta curiosità e voglia di divertirsi, di trasferire conoscenze ai più giovani e di contribuire a risolvere i problemi aziendali più complessi. Affrontano con entusiasmo missioni all’apparenza impossibili. Spesso sono i primi ad arrivare in azienda e rimangono operativi dalla mattina presto fino alla sera tardi.
Mi ricordo di un interim manager sessantenne, in forza a Contract Manager, che ingaggiò una gara di alcune settimane con il presidente di una società su chi arrivasse primo in ufficio alla mattina. Gara che terminò quando alle sei e trenta di una nebbiosa mattina invernale: si presentarono insieme in azienda ma non poterono entrare… non c’era neanche il portiere.
Spesso i sessantenni hanno avuto la fortuna di aver lavorato in aziende di grandi dimensioni che erano delle vere e proprie scuole di Management, dove prima di essere inviati in prima linea ti facevano frequentare dei corsi di management presso scuole interne, una fra tutti la scuola l’ISVOR- FIAT, oppure presso le migliori Business School come Harvard Business School, Insead, London Business School, MIT, SDA Bocconi, MIP Politecnico.
Di solito i manager sessantenni hanno maturato esperienze manageriali ricche e profonde, grazie a periodi di lavoro significativi all’interno di poche realtà, in Italia e all’estero.
Per le competenze acquisite e per la grande esperienza maturata nella gestione delle risorse, i manager sessantenni sono operativi in tempi brevissimi, il che vuol dire che possono portare risultati tangibili rapidamente.
I manager sessantenni sono prevalentemente portatori di valori quali la lealtà, la correttezza, il senso del dovere, l’attaccamento all’azienda, ma soprattutto l’umiltà e il rispetto: umiltà di fronte alle situazioni nuove che affrontano senza arroganza e rispetto verso le persone. Questo permette loro di avere credibilità e seguito da parte dei collaboratori dell’azienda e soprattutto dalle persone più giovani. Costituiscono spesso un esempio per gli altri.
Queste caratteristiche rendono i sessantenni adatti a lavorare su missioni di interim o temporary management in aziende di ogni dimensione in Italia o in giro per il mondo, su progetti di cambiamento, gestendo vuoti manageriali improvvisi o affrontando complesse situazioni di ristrutturazione. Sono pronti per le missioni in tempi rapidi e spesso son felici di staccarsi per un po’ dalla routine aziendale e/o familiare.
Nelle aziende dove vanno a gestire i progetti di interim management, proprio perché sono a tempo, vengono accettati e accolti positivamente, perché non minacciano i giovani dall’alto potenziale e dalle alte ambizioni, anzi, vengono percepiti come un forte acceleratore di crescita grazie alla loro capacità di trasferire conoscenze.
Benvenuti ai manager sessantenni, di età compresa tra i cinquantacinque e i sessantanove anni e pieni di “Enthousiasmos”; una risorsa preziosa per le aziende, italiane e non, e anche, a ben vedere, per l’Italia.