Settore nell’ambito del terziario innovativo. Un settore che oggi dà lavoro a migliaia di persone. Pensiamo di aver contribuito a sviluppare la managerialità all’interno delle aziende presenti in Italia siano esse italiane o straniere.
Molto si è scritto e discusso sulla figura del temporary manager, definita in vari modi: interim manager, contract manager, manager a contratto, manager interinale, manager in affitto, manager in leasing. Colorite e divertenti sono le definizioni utilizzate. Forse quella più affermata in Italia è la prima e cioè temporary manager.
Utilizziamo questa definizione per cercare di definire il profilo di questa ancora poco conosciuta figura professionale.
Si tratta di una figura ben precisa, non di un manager che per necessità lavorando a tempo, a contratto, a progetto, viene definito temporary manager. Se così fosse oggi, con i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nelle imprese, tutti i manager sarebbero temporary, dato che praticamente sono tutti a tempo determinato, anche se sono inquadrati con contratti a tempo indeterminato.
I manager oggi ruotano, cambiano velocemente, si spostano in Italia e all’estero e soprattutto vengono allontanati o si allontanano dalle aziende molto velocemente. Quindi nella buona sostanza sono a tempo.
Per delineare chi è il temporary manager dobbiamo definire che cosa significa temporary management nell’accezione Contract Manager, ovviamente “Temporary management è un’attività volta ad affrontare e a risolvere problemi aziendali complessi, urgenti e difficili. E’ un’attività svolta da società specializzate che mettono a disposizione delle aziende un team di manager professionisti.” L’abito nel quale è nata l’attività di temporary management in Italia è ovviamente la Direzione Generale. E’ al massimo vertice aziendale che è necessario l’intervento di più esperti per affrontare e risolvere in tempi rapidi problemi complessi e urgenti. Ed è in questo ambito che l’attività di temporary management ha il suo alveo naturale e produce i risultati più eclatanti.
Negli anni, con la diffusione del fenomeno temporary management, l’attività si è allargata alle altre funzioni aziendali (commerciale, produzione, amministrazione, risorse umane, IT, R&D, ecc.), a volte con team interfunzionali e in logica di progetto. Certo è che più si scende dai vertici aziendali e più diventa essenziale la competenza specialistica professionale del singolo e meno critici diventano i supporti di altri manager specialistici.
A questo punto passiamo a definire in dettaglio quali sono le caratteristiche di un buon temporary manager, in questo caso di direzione generale. Alcune di queste caratteristiche possono essere traslate anche verso il manager funzionale specialistico.
Innanzi tutto l’aver lavorato in aziende scuola che hanno avuto successo negli anni. Aver lavorato in aziende grandi e complesse, ma aver avuto anche significative esperienze in aziende padronali dove è forte la presenza operativa dell’imprenditore. Aver lavorato per periodi significativi nelle diverse aziende. Non aver fatto la trottola in toccata e fuga da un’azienda ad un’altra. Possedere una grande professionalità manageriale in almeno una delle aree aziendali, meglio se più, ed avere una forte infarinatura nelle altre aree. Avere una forte leadership caratterizzata dalla capacità di motivare e coordinare altri manager in Italia e all’estero. Non essere mai pago di quello che si sa e quindi avere un atteggiamento di modestia di fronte ai problemi, unito ad una forte curiosità verso il nuovo e mai sperimentato. Una curiosità che deve spingere il manager verso l’approfondimento e la messa a punto di nuovi modelli gestionali e organizzativi. Avere una fortissima capacità di lavoro. Spesso ci dimentichiamo che i grandi risultati vengono anche dal numero di ore dedicate all’attività lavorativa. Un buon temporary manager inizia prestissimo alla mattina e finisce tardi alla sera. La conoscenza delle lingue è essenziale. Come minimo l’inglese, che deve essere perfetto, e in aggiunta il francese, il tedesco, lo spagnolo o il russo e/o cinese. Ultima caratteristica è l’abitudine a lavorare in team. Saper coinvolgere le persone e motivarle verso il raggiungimento di grandi risultati in situazioni difficili e sotto una pressione continua. Da ultimo non deve mancare assolutamente un grande rigore etico, soprattutto in questi periodi di decadimento morale globalizzato.
Un termporary manager deve guidare con l’esempio, ed avendo un orizzonte temporale limitato deve fin da subito conquistare la stima dei nuovi collaboratori. Ultimissima caratteristica distintiva è quella di saper formare i componenti del team manageriale di governo dell’impresa in modo da creare le premesse organizzative per la sostituzione del temporary manager alla fine dell’intervento.
Da tutto ciò si deduce che la figura del temporary manager non è banale e non è adatta a tutti. Solo pochi possono diventare temporary manager in questa accezione e nella nostra società.
Moltissimi invece, quasi tutti, sono temporary manager nel seno che lavorano a tempo su progetti specifici e con contratti atipici. Ma questa è un’altra storia.