In tempi di crisi d’impresa c’è una figura particolarmente importante che in taluni casi può cambiare il finale, talvolta facile da prevedere. Affidare la gestione della crisi d’impresa a una società di temporary management può rivelarsi la scelta migliore. Quando i risultati aziendali si stanno deteriorando e il futuro dell’azienda appare incerto, è facile perdere fiducia. Parecchie volte si riscontra, nelle imprese che entrano in un periodo critico, una sorta di torpore in cui il team di manager preposto alla gestione non riesce a prendere le decisioni corrette e nei tempi giusti per riportare sulla via maestra il business dell’azienda. In questi casi è auspicabile un intervento dall’esterno che vada ad affrontare il cuore del problema e che sia il più veloce possibile. In cosa consiste l’intervento vero e proprio da parte del temporary manager? È a questa domanda che intende rispondere questo articolo. Nella sezione casi gestiti di questo sito, puoi trovare l’analisi e lo svolgimento di diversi incarichi, alcuni dei quali riguardano proprio la crisi d’impresa.
Indice – Tavola dei contenuti:
- Tutte le aziende in crisi possono essere risanate tramite un intervento di temporary management?
- Le premesse alla base di un processo di risanamento
- Il cambiamento della governance
- Quali sono i vantaggi di una gestione transitoria della crisi?
- Conclusioni finali
Tutte le aziende in crisi possono essere risanate tramite un intervento di temporary management?
Secondo l’esperienza di chi opera in questo ambito da 30 anni, per poter stabilire se un’azienda in crisi possa o no essere risanata, occorre passare da un check-up. L’esito dell’analisi- diagnosi può determinare diversi orientamenti, sostanzialmente tre, di cui uno solo è il risanamento. La ristrutturazione profonda dell’impresa, oltre ad avere il parere positivo da parte della società di temporary management che ha effettuato il check-up aziendale, deve poter essere supportata dalla ferma volontà dell’imprenditore di continuare l’attività. Quando questa viene a mancare, spesso la società viene ceduta se sussiste un interesse di mercato, oppure messa in liquidazione con la perdita degli asset che comunque ancora esistono in azienda (marchio, impianti, immobili). Anche in questi ultimi due casi la società di temporary management è coinvolgibile per gestire la situazione che si è venuta a creare.
Le premesse alla base di un processo di risanamento
La società di temporary management quando è chiamata ad analizzare e gestire una situazione di crisi d’impresa, per poter dar corso al risanamento attraverso un preciso piano, ha bisogno di alcune premesse:
- Deve esistere un valore riconosciuto dal mercato, costituito dal brand (in termini di awareness), dai prodotti, dal know-how aziendale
- Possibilità di immissione di risorse finanziarie fresche da parte degli azionisti;
- Potenziale fiducia del sistema bancario per attingere a finanziamenti di lungo periodo per sostenere il piano di risanamento.
Il cambiamento della Governance
Ogni intervento da parte di un temporary manager è diverso poiché diversi sono i fattori che hanno portato alla crisi aziendale e diverse sono fra loro le aziende. A prescindere dalle notevoli diversità, in tutti i casi va cambiata la Governance. Al vertice della società che deve essere ristrutturata e rilanciata non possono rimanere le persone di vertice che hanno condotto l’impresa allo stato di crisi. È necessario quindi cambiare i componenti del Consiglio di Amministrazione e nominare un nuovo Amministratore Delegato. La società di temporary management potrà inserire il General Manager magari affiancato dal Chief Financial Officer o dal Chief Operation Officer.
Quali sono i vantaggi di una gestione transitoria della crisi?
La crisi aziendale non si produce in un breve periodo di tempo, ma può avere una significativa accelerazione a seconda della gravità della crisi stessa. Da una situazione florida, a causa di investimenti sbagliati e a causa di non competitività dei costi e/o di cali importanti della domanda, si vengono a creare gravi squilibri dapprima economici e in secondo tempo finanziari. A loro volta, questi generano ulteriore indebitamento con conseguente aggravio del conto economico per via dei crescenti oneri finanziari. A questo punto si aprono strade diverse:
- la situazione può scappare di mano, più o meno coscientemente si decide di ignorare la crisi sperando che si risolva così com’è arrivata;
- si decide di risolverla con risorse interne assumendosi il rischio che peggiori;
- infine, si può affidare la gestione della crisi aziendale a uno specialista che ha già gestito in passato e con successo situazioni analoghe.
Il quadro appena evidenziato contiene la risposta alla domanda posta in questo paragrafo. Si tratta di una scelta ovvia in moltissimi casi. Ciò non toglie che un imprenditore lungimirante oppure un team di manager interni particolarmente capace non possa da solo adottare un piano efficace. Spesso, sebbene la strada da intraprendere sia evidente, per diverse ragioni non si riesce a intraprenderla (oppure non lo si vuole). A complicare il quadro ci sono fattori di disturbo come i rapporti conflittuali tra i componenti della Proprietà o il clima sociale compromesso e infine ci può essere una mancanza sostanziale di conoscenza delle best practice del caso. Il temporary manager per natura ha la cultura del risultato. Sceglie la strada più efficace e lo fa sulla scorta di esperienze pregresse che costituiscono il suo track record. Chi gestisce la crisi provenendo dall’esterno ha una visione d’insieme della problematica e agisce in emergenza, ciò significa che mette in atto i correttivi basandosi sull’esperienza operativa e non teorica. Infine, occorre tener presente che non esiste una crisi aziendale senza un periodo post crisi, che va anch’esso pianificato per tempo. Chi ha l’esperienza di molti casi trattati, talvolta teme di più il dopo della crisi d’impresa stessa. Per evitare tracolli nella fase di recupero dell’azienda, occorre che il temporary manager attui la trasmissione delle competenze al team di gestione interno, solo così si può arrivare a determinare la sostenibilità nel tempo delle misure messe in atto.
Conclusioni finali
Le imprese sono entità in continua evoluzione, e il cambiamento è nel loro DNA. Quando viene meno, oppure quando non si è intrapresa la via migliore, si va incontro a periodi di discontinuità. La gestione transitoria nei momenti di discontinuità è particolarmente vantaggiosa per porre correttamente rimedio al deterioramento del quadro che si è prodotto. La società di temporary management in generale è una risorsa da tenere nel cassetto e tirare fuori nel momento più opportuno. La gestione temporanea della crisi è un argomento non facile, la differenza la fa il metodo applicato, l’esperienza pregressa e un coeso team di manager esperti e abituati a lavorare insieme.
Redazione Contract Manager